Il monastero Orval è frutto di una lunga storia. I primi monaci si
stabilirono ad Orval nel 1070 su concessione del conte Arnould de Chiny che
donò le sue terre per la costruzione della chiesa e del monastero. Per ragioni
sconosciute, questi pionieri si allontanarono dopo circa quarant'anni.
Othon, figlio di Arnould, trovò, da un piccola comunità di canonici, dei monaci
in grado di completare la costruzione. Nel 1124 la chiesa fu consacrata da
Henri de Winton, vescovo di Verdun. Ma poco dopo, entrati in crisi economica, i
canonici chiesero affiliazione all'Ordine di Cîteaux, che a quel tempo era in
piena espansione, così Orval passò all'Abbazia di Trois-Fontaines a Champagne
che completò la nuova chiesa poco prima del 1200 con l'adeguamento di edifici
ad usi cistercensi. Ma la terra intorno al monastero si rivela inadatta alla
coltivazione, così il lavoro nei campi si sposta di circa 20 km. Purtroppo un
grave incendio distrusse gran parte degli edifici ed i costi di ricostruzione,
troppo elevati, rischiarano di far chiudere definitivamente il monastero.
Stessa cosa accadde durante il XV ed il XVI secolo, quando il Belgio fu
devastato dalle guerre in Francia. Ma nel XVIII secolo con a capo il grande
Abate Charles de Bentzeradt, Orval iniziò a riprendersi ed accrescere
costantemente.
Le tragedie non finiscono, nel 1789 lo scoppiò della Rivoluzione Francese fa sì
che tutti i possedimenti vennero confiscati e l'abbazia venne bruciata e la
comunità soppressa il 7 novembre 1795. La ricostruzione iniziò soltanto quasi
un secolo dopo con Dom Marie-Albert van der Cruyssen, da Gand, un monaco
dell'abbazia di La Trappe, e si completò nel 1948. Durante questo periodo viene
costruita la fabbrica di birra (1931) da cui nasce la birra del mastro birraio,
Pappenheimer, utilizzata per finanziare la ricostruzione (oltre alle opere di
assistenza sociale). La birra Orval segue le antiche tradizioni trappiste ad alta
fermentazione con un processo di invecchiamento che aggiunge una nota fruttata,
equilibrata, corposa ed amara al punto giusto.
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